Assonautica e bonifica, idee e nuovi progetti “crescono”… sull’acqua

Assonautica e bonifica, idee e nuovi progetti “crescono”… sull’acqua

TAGLIO DI PO - Assonautica Acque Interne Veneto ed Emilia incontra il Consorzio di Bonifica Delta Po. Alba Rosito ed Erasmo Bordin,

in rappresentanza del direttivo dell’associazione, sono stati ricevuti dal direttore Giancarlo Mantovani nella sede di Taglio di Po: una visita di cortesia, nata dalla volontà di ringraziare personalmente per la collaborazione fornita alla lezione fuori sede presso la centrale operativa di Infrastrutture Venete a Cavanella d’Adige, promossa recentemente da Assonautica e CUR per gli studenti del corso di Laurea magistrale Water and Geological Risk Engineering, che è diventata anche l’occasione per un proficuo scambio di idee da cui sono emersi spunti utili e interessanti. Un momento di confronto tra due attori importanti che fanno storicamente e per definizione dell’acqua il loro core-business: senza il lavoro costante della bonifica, non sempre riconosciuto come fondamentale, buona parte del territorio polesano sarebbe infatti sommerso e non consentirebbe alcuna attività vitale e produttiva, così come senza l’impegno di Assonautica, stakeholder attivo sul fronte della promozione della navigazione, temi come la sostenibilità, il marketing territoriale o la manutenzione di strutture quali pontili, attracchi e approdi, faticherebbero a trovare la giusta attenzione da parte delle istituzioni. Navigazione e sicurezza sono un tutt’uno: questo il punto di partenza su cui le parti hanno concordato all’unisuono con una discussione che ha toccato anche altri temi svariando dai contatti di fiume e di foce, al fatto che nei percorsi di studio universitario a indirizzo ingegneristico siano carenti corsi specifici su bonifica e irrigazione che invece per il nostro territorio risultano peculiari, fino alla navigazione sul Po e agli interventi idraulici che ne potrebbero determinare la fruizione risultando funzionali anche al mondo della pesca, dell’agricoltura e dell’impresa in genere. Mantovani si è concesso poi anche una breve digressione spiegando la differenza tra gli argini polesani e quelli romagnoli - i primi molto larghi e contraddistinti da banche e gradoni, i secondi strutturato invece in maniera molto diversa -, che hanno determinato gli allagamenti del mese scorso in concorso con consumo di suolo, cementificazione selvaggia e vicinanza degli Appennini, soffermandosi poi sul cosiddetto “Piano laghetti” e le iniziative di contrasto alla siccità con la realizzazione di invasi per trattenere l’acqua piovana, che nella zona di competenza del consorzio porteranno all’allargamento dell’alveo dei canali dove le piante saranno lasciate libere di crescere: una soluzione rapida, più economica del potenziamento delle pompe e che potrà avere anche un impatto positivo sull’ambiente, dando vita a un ecosistema ideale per la nidificazione degli uccelli e la deposizione delle uova dei pesci. La discussione ha fornito infine anche un paio di importanti assist ad Assonautica: in prima battuta la possibilità di utilizzare il Collettore Padano da Porto Viro in direzione mare, dove il corso d’acqua raggiunge la larghezza di 50 metri e per quasi una decina di chilometri risulta un lungo bastone rettilineo con una sola curva, location ideale quindi per manifestazioni riservate a canoe, kayak e in genere a imbarcazioni a prolusione umana; quindi, il vecchio progetto di navigazione intralagunare voluto proprio dal Consorzio che diversi anni fa ne aveva già mappato il percorso posando anche le bricole per delimitare il tracciato, oltre 100 chilometri da Chioggia fino alle porte del Delta ferrarese. Da Assonautica, in chiusura, un plauso all’operato silenzioso ma continuo svolto dalla bonifica: “La tassa che si paga annualmente non va intesa come uno dei tanti balzelli ma piuttosto come un contributo necessario che va a chi svolge una funzione determinante per preservare l’integrità e la bellezza di un territorio che è anche ricchezza culturale da poter spendere e vendere all’esterno”, questo il pensiero di Rosito e Bordin. Un lavoro incessante partito nell’Ottocento e che negli ultimi 25-30 anni ha fatto enormi passi in avanti sul fronte tecnologico e dell’esperienza, tanto che un territorio per buona parte sotto il livello del mare non ha più conosciuto alluvioni dall’ultima, datata ormai 1992.

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